in morte del fratello giovanni

In Morte Del Fratello Giovanni. In morte del fratello Giovanni mette in primo piano il tumulto delle passioni e infonde vivacità e agitazione anche alla forma che diviene essa stessa più movimentata e calda. Anch’egli, come il fratello maggiore, era militare nell’esercito della Repubblica cisalpina: morì l’8 dicembre 1801 in circostanze mai chiarite. Il padre, Villano di Stoldo di Bellincia, apparteneva a una famiglia originaria [...] e del fratello e continuatore, al quale una . Lo stesso aggettivo “mesto” passa qui a riferirsi direttamente alla donna, rimarcando una rilevanza maggiore rispetto al passo di Tibullo. 5-8). La formula compare svariate volte nell’opera foscoliana anche nella variante di “avanza”, ad esempio nell’Ortis (“sai che non altro m’avanza fuorché il pianto e la morte”) e al v. 2 del sonetto Non son chi fui; perì di noi gran parte (“Questo che avanza è sol languore e pianto”), nonché nella chiusa del primo sonetto in morte del padre (“a noi soli / non altro avvanza che miseria, e lutto”). Ciò che, del resto, si verifica anche nelle terzine (ad eccezione dell'enjambement dei vv. In morte del fratello Giovanni risponde alla forma metrica del sonetto. Non ci stupisca se la figura del padre non è mai esplicitamente nominata nonostante la formula sia caratteristica proprio dei componimenti in suo onore; non si tratta evidentemente di una dissociazione affettiva nei confronti del padre, ma sul piano letterario esso è legato a un modo di fare poesia ormai superato, dove al motivo cristiano della consolazione si sovrapponeva la descrizione macabra della morte e della notte d’agonia. Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo. [1], Foscolo, sopraffatto dal dolore, comunicò prontamente il tragico trapasso di Gian Dionisio all'amico Vincenzo Monti, cui inoltrò una lettera:[2], «La morte dell'infelicissimo mio fratello ha esulcerato tutte le mie piaghe: tanto più ch'ei morì di una malinconia lenta, ostinata, che non lo lasciò né mangiare né parlare per quarantasei giorni. La madre or sol, suo dí tardo traendo, Parla di me col tuo cenere muto, Ma io deluse a … in morte del fratello giovanni ugo foscolo parafrasi un giorno, se io non andrò sempre spostandomi in esilio (fuggendo, foscolo fu esule per gran parte della che senza te son nulla” - nonché avesse ripreso Petrarca nella Canzone in morte del padre ai vv. Catullo scrive di essere giunto alla tomba del fratello “trasportato per molte genti e per molte distese di mare”, affinché gli desse “il dono estremo dovuto alla morte” e parlasse, “inutilmente”, alla sua “muta cenere”. Già nella lettera del 4 dicembre dell’Ortis si legge: “ma io errava sempre nel vano e le mie braccia tornavano deluse senza poter mai stringere nulla”; in questo caso tuttavia il sonetto perde - secondo Di Benedetto - ogni tema politico per lasciare spazio a un discorso di ambito puramente familiare. PREMESSA. Come anticipato, il passo ha così successo che viene ripreso anche da Dante nel secondo canto del Purgatorio: “tre volte dietro a lei le mani avvinsi, / e tante mi tornai con esse al petto”. file.doc) Tesina sulla morte. LA QUIETE NELLA MORTE Il poeta, se un giorno porrà fine al suo peregrinare lontano da casa, spera di poter piangere sulla tomba del giovane fratello (vv. IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI DI UGO FOSCOLO: TESTO. Se Catullo - ancora nel carme CI - parla “inutilmente alla […] muta cenere”, nel nostro caso è la donna a compiere il gesto e in qualche modo a celebrare il rito. (2pg. riservati che per la tua esistenza furono ragione di rovina; e invoco anch'io la pace, insieme a te, nella morte. Un d, s'io non andr sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de' tuoi gentil anni caduto. Il componimento di Catullo è tuttavia incentrato sull’avversativa “tamen”: nonostante le ceneri del fratello non possano parlare, il poeta chiede lo stesso di essere ascoltato, e questo può portare al superamento di ogni distanza e soprattutto al compimento del rito. Una lettura del celebre sonetto di Ugo Foscolo.Voce e montaggio Enzo Gallenti Prima di iniziare ricorda che il poeta ha scelto la forma metrica del sonetto, componimento breve composto da quattordici versi (di solito endecasillabi) suddivisi in due quartine e due terzine. La Madre or sol suo dì tardo traendo parla di me col tuo cenere muto, ma io deluse a voi le palme tendo e sol da lunge i miei tetti saluto. Nel v. 7 del sonetto di Foscolo l’uso dell’aggettivo “deluse” corrisponde esattamente al passo dell’Ortis. Tra Rivoluzione e Restaurazione. Commento a “In morte del fratello Giovanni” Introduzione: collocazione spazio-temporale dell’opera – presentazione dell’occasione in cui è stata scritta Venezia, 8 dicembre 1801: Giovan Dionigi Foscolo, appena ventenne, si uccide con un colpo di pugnale per un debito di gioco. In morte del fratello Giovanni Ugo Foscolo prof.ssa Elisabetta Bazzetta. [6], Nonostante i tantissimi riferimenti letterari, Foscolo ha tenuto a dimostrare la sincerità dei sentimenti espressi nel sonetto. La caratteristica che spicca maggiormente di In morte del fratello Giovanni è senza dubbio l’ordine e la misura calibratissima dei versi, che sembrano quasi in contraddizione con il contenuto dolorosissimo del testo, che descrive la futura visita del poeta alla tomba del fratello, che si toglie la vita nel 1801, schiacciato dai debiti al tavolo da gioco o per un’accusa di furto. 11-12: "le torme / delle cure"), altrettanto rigorosamente squadrate». Introduzione al sonetto “In morte del fratello Giovanni” Questo sonetto è gemello del sonetto “A Zacinto”. Per facilitare la comprensione della parafrasi di A Zacinto, ecco il testo della poesia con i versi numerati: 1. la madre adesso sola, trascinando la propria vecchiaia. La nascita del teatro moderno. Il primo verso, il riferimento agli dei Numi, l’uso di latinismi come cenere, palme, speme, sono elementi neoclassici IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI DI UGO FOSCOLO: TESTO. Ne esistono due edizioni Una del 1803 e quella corretta del 1816 Echi letterari: Catullo,poeta latino”multas per gentes et multa per aequora vectus”..) Petrarca “traendo poi l’antiquo fianco” prof.ssa Elisabetta Bazzetta. Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo 2. di gente in gente, me vedrai seduto 3. su la tua pietra, o fratel mio, gemendo Ma tra l’Ortis e il sonetto c’è uno slittamento nell’immagine. Come già affermato, al poeta “questo di tanta speme oggi gli resta”, cioè tendere le mani alla lontana terra. Già Ferrari ha notato il richiamo a Petrarca nei vv. Le figure retoriche più importanti che ritroviamonel sonetto In morte del fratello Giovanni del Foscolo sono: l’enjamebement (che ritorna per ben tre volte dando ritmo al componimento - vv. I classici della poesia italiana - Ugo Foscolo: IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI - Le videopoesie di Gianni Caputo Metrica: Sonetto italiano formato da due quartine e due terzine. In morte del fratello Giovanni è un sonetto scritto da Ugo Foscolo nel 1803. VILLANI, Giovanni. In morte del fratello Giovanni. [5] L'incipit del testo latino è il seguente: «Multas per gentes et multa per aequora vectusadvenio has miseras, frater, ad inferias», «Condotto per molte genti e molti marisono giunto a queste (tue) tristi spoglie, o fratello». Porto Viro (Rovigo), 23 febbraio 2021 - Porto Viro sconvolta per la morte di Giovanni Finotello, 57 anni, ucciso a martellate dal figlio Gabriele, 30 anni. Ugo Foscolo scrisse questo sonetto circa un anno dopo la morte del fratello Giovanni Dionigi che, non avendo potuto soddisfare un debito di gioco, l'8 dicembre del 1801 si era suicidato a Venezia. Ugo Foscolo - In Morte Del Fratello Giovanni Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de' tuoi gentil anni caduto. ANALISI del sonetto “In morte del fratello Giovanni” di Ugo Foscolo La lirica fu composta nel 1802 da Ugo Foscolo, in occasione della commemorazione della scomparsa del fratello Giovanni Dionigi, suicidatosi l’anno precedente (1801) in seguito a debiti di gioco. Ma io temo che egli stanco della vita siesi avvelenato, e mia sorella mi conferma in quest'opinione. Il pensiero va alla madre, ormai vecchia e priva del conforto di entrambi i figli, l’uno defunto e l’altro lontano (vv. La Madre or sol suo d tardo traendo parla di me col tuo cenere muto, ma io deluse a voi le palme tendo e sol da lunge i miei tetti saluto. Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo. Il sonetto riprende i temi del sonetto precedente aggiungendo l’evento luttuoso del suicidio del fratello minore Giovanni Dionigi uccisosi a vent’anni nel 1801, per motivi di debiti di […] Letteratura italiana — L'appunto è una breve analisi del sonetto "In morte del fratello Giovanni" di Ugo Foscolo. Di seguito puoi leggere il testo completo e la parafrasi della tormentata poesia scritta da Foscolo. che senza te son nulla”) - addirittura modificando il verso originale che in realtà recitava “Ma io che debbo altro che pianger sempre / misero e sol? Il v.4, «il fior de’ tuoi gentili anni», cioè “il meglio dei tuoi anni”, è una metafora che indica la giovinezza. La nascita del teatro moderno. Un’analisi del sonetto “In morte del fratello Giovanni” di Ugo Foscolo. intanto tendo inutilmente verso di voi le braccia; E seppure io faccia il dovuto omaggio ai miei cari solo dall'esilio, percepisco le volontà maligne, e quegli affari. È una poesia tristissima, dove l’autore esprime tutto il suo dolore per la mancanza di suo fratello, e la lontananza dalla sua famiglia e dalla sua patria ( “..i miei tetti..”). Ai simmetrici snodi dei vv. La morte sola finalmente poté decidere la battaglia che le sue grandi virtù, e i suoi grandi vizj mantennero da gran tempo in quel cuore di fuoco[3]». L'atto di morte indica come causa del decesso una "febbre nervina perniciosa"; il fatto che la sepoltura fosse stata fissata per le 23 del giorno successivo, un'ora non certo usuale, fece nascere il sospetto di un suicidio. Una lettura del celebre sonetto di Ugo Foscolo.Voce e montaggio Enzo Gallenti 9-10: "e le secrete / cure", doppiamente dettato dalla suggestione dell'aggettivo, e dal sostantivo, come è confermato da Forse perché della fatal quiete, vv. Io mi figuro i martìri di quel giovinetto, e lo stato doloroso della nostra povera madre fra le di cui braccia spirò. Il sonetto In morte del fratello Giovanni è uno dei più intensi della produzione dell’autore. Informazioni sulla fonte del testo A Zacinto: Alla musa [p. Alla base della scena raffigurata c’è infatti la verità storica della morte del fratello, che tuttavia diventa una nuova e seconda verità - come scrive Di Benedetto - una volta filtrata attraverso l’uso della reminiscenza letteraria. La madre or sol, suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto: ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, Il tragico avvenimento lasciò nell'animo del poeta una profonda ferita che le vicende della sua vita di esule resero sempre più dolorosa. – Nacque a Firenze in un anno compreso tra il 1275 e il 1280. la perdita di te, così giovane, ma valoroso. Spicca però l’importanza della famiglia: questo è il valore che consola il poeta, in particolare la figura della madre, che crea una connessione tra lui e il fratello morto. Johann Wolfgang Goethe I dolori del giovane Werther; Ugo Foscolo; Il Romanticismo. Testo: In Morte del Fratello Giovanni, Foscolo di Ugo Foscolo Testo: Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de' tuoi gentil anni caduto. Anche questa immagine è specificamente virgiliana, ed essa nell’Eneide ricorre più volte, in particolare segnaliamo il v. 685 sempre del libro II in cui Anchise “protese vivacemente tutte e due le palme” (alacris palmas utrasque tetendit).[6]. In morte del fratello Giovanni. Tra Rivoluzione e Restaurazione. Il sonetto fu aggiunto nell'ultima edizione delle Poesie.Leggi anche: Come fare la parafrasi di una poesia. IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI. La lettera fu scritta di domenica, nella prima metà di dicembre: si può leggere nell'Edizione Nazionale delle Opere di Ugo Foscolo, Il nuovo La scrittura e l'interpretazione (edizione rossa), Foscolo, "In morte del fratello Giovanni": commento e analisi, Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione, Dell'origine e dell'ufficio della letteratura, Discorso storico sul testo del Decamerone, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=In_morte_del_fratello_Giovanni&oldid=116726870, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Un giorno, se io non andrò sempre vagando, sulla tua tomba, o fratello mio, a piangere. In morte del fratello Giovanni si conforma esplicitamente a un modello letterario latino, dal quale trae intere espressioni: si tratta del carme 101 di Catullo, pure scritto in memoria di un fratello defunto. Il pensiero va alla madre, ormai vecchia e priva del conforto di entrambi i figli, l’uno defunto e l’altro lontano (vv. Un dì, s'io non andrò sempre fuggendodi gente in gente, mi vedrai sedutodu la tua pietra, o fratel mio, gemendoil fior de' tuoi gentili anni caduto:la madre or sol, suo dì tardo traendo,parla di me col tuo cenere muto:ma io deluse a voi le palme tendo;e se da lunge i miei tetti saluto,sento gli avversi Numi, e le secretecure che al viver tuo furon tempesta;e prego anch'io nel tuo porto quiete:questo di tanta speme oggi mi resta!straniere genti, l'ossa mie rendeteallora al petto della madre mesta. Il testo si compone di quattordici versi, tutti endecasillabi, organizzati in due quartine e due terzine, per un totale di quattro strofe; lo schema delle rime è ABAB, ABAB; CDC, DCD. Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo 2. di gente in gente, me vedrai seduto 3. su la tua pietra, o fratel mio, gemendo Alessandro Manzoni. Ugo Foscolo. Il poeta, all’epoca, si trovava a Milano, dopo aver lasciato la Venezia governata dagli austriaci. Il sonetto riprende i temi del sonetto precedente aggiungendo l’evento luttuoso del suicidio del fratello minore Giovanni Dionigi uccisosi a … Un dí, s’io non andrò sempre fuggendo Di gente in gente, me vedrai seduto Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo Il fior de’ tuoi gentili anni caduto. La poesia In morte del fratello Giovanni è uno dei sonetti più famosi di tutta la produzione di Ugo Foscolo.Il sonetto è stato composto sicuramente dopo la primavera del 1803 ed è dedicato alla morte del fratello del poeta, Gian Dionisio detto Giovanni.Questi si tolse la vita con un pugnale l’8 dicembre 1801 mentre era soldato a Venezia. 5-8). 2-3, 3-4, 10-11), la sineddoche, la sinestesia e la metonimia. Approfondiamo ora l'analisi di questo famoso scritto del poeta. Di gente in gente; mi vedrai seduto. Il fior de’ tuoi gentili anni caduto: La madre or sol, suo dì tardo traendo, Parla di me col tuo cenere muto: Ma io deluse a voi le palme tendo; D’ispirazione catulliana è anche il passo al v. 4 del “fior de’ tuoi gentili anni caduto”, con riferimento stavolta al carme XI: “e non si volti a guardare il mio amore, come prima, / che per colpa di lei è caduto / come il fiore dell’estremo prato [che sta sul ciglio] / dopo che è appena stato toccato dall’aratro che passa”. Aggiungiamo in quest’occasione che lo stesso Virgilio riprese poi il carme catulliano nel libro VI dell’Eneide, nell’episodio in cui Anchise incontra Enea: “per quali terre e per quali distese di mare te trasportato io ti accolgo, o figlio, e da quali pericoli sbattuto”. Alessandro Manzoni. Introduzione al sonetto “In morte del fratello Giovanni” Questo sonetto è gemello del sonetto “A Zacinto”. Non si tratta più infatti di un frustrato tentativo di abbracciare qualcuno, ma del tendere le mani. In Morte Del Fratello Giovanni. [6], Differenze fra il carme CI di Catullo e il sonetto di Foscolo, Reminescenza letteraria e verità del sonetto, La strana morte del fratello Giovanni. Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo. Filosofia antica — Tesina interdisciplinare sul tema della morte per il liceo che tratta i seguenti argomenti: Seneca, Foscolo, Prima guerra mondiale, Owen, Munch, Heidegger e l'evoluzione stellare Ugo Foscolo - In Morte Del Fratello Giovanni. Sul web a scuola, Il sonetto "In morte del fratello Giovanni". Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo. 7-8: "e le secrete / vie", vv. Composto in memoria del fratello Giovanni, che si uccise con una pugnalata (secondo alcune fonti, a causa di un debito di gioco, secondo altre per un’accusa di furto), questo sonetto, che insieme Alla sera, A Zacinto, Alla musa, è considerato tra i maggiori sonetti del Foscolo, condensa i più importanti temi della sua produzione poetica: la coscienza di un destino d’esilio e di … Per sapere di più sulla collocazione all’interno del testo vi consigliamo di guardare il video che trovate qui sotto: bastano meno di cinque minuti! Composto nel 1802 in memoria del fratello Giovanni Dionigi che si era ucciso con una pugnalata in presenza della madre a causa di un grosso debito di gioco, il sonetto, pur risentendo di alcuni echi di Catullo e di Petrarca, è uno tra i più originali del poeta, ricco di affetti che il poeta esprime con uno stile molto intenso. S.O.S. La Madre or sol suo dì tardo traendo parla di me col tuo cenere muto, Carlo Goldoni e la riforma del teatro comico; L’Ottocento. Il tragico avvenimento lasciò nell'animo del poeta una profonda ferita che le vicende della sua vita di esule resero sempre più dolorosa. Il risultato è un componimento dall’andatura circolare che si apre e si chiude con l’immagine del poeta esiliato che immagina la visita alla tomba del fratello ma a lui è negata anche la possibilità di piangere sulla tomba dell’amato Gian Dionisio, detto Giovanni. Le parole del ritorno e degli abbracci mancati fanno parte di un lessico ripetutamente utilizzato da Foscolo in tutta la sua opera. 15-17: “or qual mai speme / fia che più resti alle mie brame afflitte / sennon che la pietà m’apra la fossa?”. In una lettera al Bettinelli del 1804 scrisse infatti: “giudicatelo come sonetto d’uomo che scrive a sé, che alle immagini antepone gli affetti, allo splendore delle frasi la schiettezza e la verità”. 1-4). Nella prima quartina di In morte del fratello Giovanni, Foscolosi rivolge al fratello defunto, sulla tomba del quale vorrebbe piangere se mai cessasse la sua condizione di esule. In morte del fratello Giovanni Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de' tuoi gentili anni caduto. La riutilizzazione di formule già espresse da autori del passato non è dunque in contrasto con la schiettezza e la verità che Foscolo rivendicava al sonetto. 1-2: "fuggendo / di gente in gente" [...] inducente, oltre all'enjambement dei vv. In morte del fratello Giovanni . Di gente in gente; mi vedrai seduto. In morte del fratello Giovanni è un sonetto scritto da Ugo Foscolo nel 1803. Su questa scia, possono tornarci d’aiuto anche i componimenti del 1796 dedicati alla morte del padre, e in particolare nel terzo sonetto ai vv. Nella seconda quartina si fa riferimento anche alla figura mat… [O] popoli stranieri, quando morirò, restituite le mie ossa. Il sonetto fu composto tra l'aprile e il luglio del 1803, per poi essere aggiunto - unico - nell'ultima edizione delle Poesie, quella curata dalla stamperia di Agnello Nobile. Per l'analisi sintattica, metrica e retorica del sonetto, si rimanda al commento di Franco Gavazzeni:[4], «Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo presenta poi una struttura sintattica eccezionalmente corrispondente ai periodi metrici. Testo: In Morte del Fratello Giovanni, Foscolo di Ugo Foscolo Testo: Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de' tuoi gentil anni caduto. 1-4 si contrappone poi la rigida articolazione della seconda quartina, dove non solo il periodo coincide con le strofe, ma il verso sintatticamente non eccede mai la propria misura. Analisi metrica, figure retoriche, parafrasi, spiegazione e commento del sonetto di Ugo Foscolo, In morte del fratello Giovanni… Continua, analisi completa del sonetto, parafrasi con riferimenti critici, metrica e contenuti della poesia di Foscolo… Continua, figure retoriche e spiegazione delle rime della poesia di Ugo Foscolo… Continua, Alla sera di Ugo Foscolo: testo, parafrasi, commento e figure retoriche di uno dei più celebri sonetti del poeta, composto nel 1803… Continua, In morte del fratello Giovanni: parafrasi e video spiegazione della poesia di Ugo Foscolo dedicata al fratello Giovanni Dionigi e ispirata a Catullo… Continua, In morte del fratello Giovanni: commento e parafrasi, In morte del fratello Giovanni di Ugo Foscolo, parafrasi, Alla sera di Ugo Foscolo: testo e parafrasi, In morte del fratello Giovanni di Ugo Foscolo - Spiegazione e parafrasi | Video, Come fare l'analisi testuale di un testo poetico. Si tratta di un sonetto intenso e strug… Da notare anche i richiami a Catullo (per il tema funebre), a Petrarca e a Leopardi (entrambi per via del richiamo alla giovinezza intesa come un fiore che appassisce). All'interno della prima quartina lo "sfumato" di Forse perché della fatal quiete è nuovamente ottenuto, grazie all'enjambement dei vv. In morte del fratello Giovanni è un sonetto scritto da Ugo Foscolo 1.Un giorno, se io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, mi vedrai seduto, caro fratello, sulla tua tomba, a piangere la tua giovinezza spezzata come un fiore reciso. 7-8, l’abbraccio tra madre e figlio: “E seco infin che trista l’alba sorse / abbracciato io mi stetti muto muto”. Evidenzia anche il valore della tomba, che sarà poi approfondito nel carme Dei sepolcri. Il cinque maggio; Giacomo Leopardi; Naturalismo; Verismo. L’offerta può essere intravista solo in prospettiva, al di là di una distanza difficilmente superabile, “un dì se [:forse] me vedrai seduto”. 3-4: "gemendo / il fior", la specularità dei gerundi e gerundivi, in ordinato accordo con la successione delle rime (delle quali è anche notevole la conformità di campo semantico: "fuggendo-gemendo", "seduto-caduto"). L’immagine dell’abbraccio mancato è comunque attinta da una lunga tradizione letteraria che si fa partire da Virgilio e dal libro II dell’Eneide, quando si narra del viaggio agli inferi di Enea, il quale veduto il padre vorrebbe abbracciarlo: “Tre volte allora cercò di mettere le braccia intorno al suo collo, tre volte sfuggì alle mani - invano avvinta - quella figura, uguale ai venti leggeri e simile all’alato sonno”.

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